Topic 3

18/03/2021

Intro

Perdita PIL. La pandemia di COVID-19 sta avendo un rilevante impatto sulle decisioni a livello economico, sociale e politico. Nel mondo, le economie sviluppate ed emergenti subiscono tutte un forte calo del PIL. Le previsioni di un rimbalzo negli ultimi mesi del 2020 o nel 2021 davano un segnale di ottimismo, ma l’impatto recessivo della pandemia e le conseguenze della crisi sono ancora incerti e potrebbero prolungarsi sul lungo termine.

Vulnerabilità dell’iperglobalizzazione. La crisi attuale ha origini nell’impatto contemporaneo subito da domanda e offerta, generato dal congelamento delle economie dovuto al lockdown e dalle misure di emergenza adottate. L’incidenza della pandemia e le sue conseguenze sul lungo termine dipendono tuttavia anche dal fatto che i paesi che sono stati colpiti più gravemente sono i paesi più integrati in catene di approvvigionamento transnazionali.

Equilibrio tra “aprire le economie e protezionismo”. Sarebbe comunque una reazione pericolosa da parte dei paesi il ridurre le interconnessioni globali tra le economie, spinti dalla pressione psicologica della pandemia e in risposta al dibattito politico sul raggiungimento dell’autonomia nazionale nella fornitura di beni essenziali. Uno degli effetti positivi di un mondo interconnesso è la creazione di benefici pubblici globali, quali la lotta contro il cambiamento climatico e l’inquinamento, la diffusione di conoscenza e istruzione, progresso scientifico, diritti umani, conquiste mediche e la lotta globale contro le malattie endemiche.

Esplosione del debito pubblico. Nel contesto attuale, è molto probabile un’esplosione del debito pubblico su scala mondiale. In particolare, i debiti governativi, già estremamente 2 elevati in molti paesi, rischiano di aumentare ancora, con una prevedibile crescente pressione sui mercati finanziari, per far fronte non solo all’attuale fase di emergenza economica, ma anche a quella successiva. La crescita illimitata di tali debiti non potrà però essere sostenuta all’infinito. 

Tre tendenze esistevano già nell’era pre-COVID-19: il sottrarsi all’iperglobalizzazione, un rapporto tra mercato e governo in cui quest’ultimo acquisisce un ruolo di sempre maggiore importanza e la riduzione del tasso di crescita. La pandemia ha agito in realtà più da elemento di scompiglio che da acceleratore degli eventi. 

Politiche espansive e cooperazione internazionale. Le catene di approvvigionamento internazionali rappresentano uno dei principali fattori di incertezza nella ripresa globale. In tal senso, fondamentale sarà la rapidità con cui i governi di tutti i principali paesi riescono a implementare misure fiscali e monetarie espansive. Per uscire dalla crisi sarà necessaria la massima cooperazione internazionale tra le banche centrali nella loro politica monetaria, al fine di stabilizzare i mercati finanziari internazionali e garantire liquidità per economie e governi di tutto il mondo. Anche il ruolo del settore privato nel sostenere le interconnessioni nelle catene di valore globali rappresenta un aspetto cruciale.

 Monetizzazione del debito pubblico. I debiti sovrani sono gli strumenti principali che i paesi utilizzano per iniettare risorse nell’economica e stimolare la ripresa produttiva. Una soluzione potrebbe essere canalizzare le risorse monetarie create dalle banche centrali attraverso il finanziamento di misure specifiche di mitigazione della pandemia e programmi di investimenti pubblici mirati. La monetizzazione della spesa per investimenti aggiuntivi consentirebbe ai governi di contenere la crescita dei loro debiti, anche nella fase di ripresa. Il finanziamento monetario diretto della spesa pubblica può essere realizzato in diversi modi.

Dovremmo incanalare le risorse monetarie create dalle banche centrali verso il finanziamento di specifiche misure di mitigazione della pandemia e programmi di investimenti pubblici mirati. Oggigiorno, un buon debito non deve farci paura, se i governi mostrano una forte determinazione e diligenza. È proprio questa la logica alla base del programma Next Generation EU. Nel caso della BCE, uno strumento potrebbe essere una forma di monetizzazione provvisoria della golden rule attraverso l’acquisto di titoli pubblici irredimibili emessi per coprire le spese attuali sostenute per attuare programmi di investimenti pubblici. Dobbiamo promuovere il multilateralismo e la cooperazione internazionale con l’obiettivo di creare solide politiche macroeconomiche per una strategia di ripresa più efficace.

Relatori

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Giovanni Tria

Attualmente è Professore Ordinario di Economia Politica presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove è Preside della Facoltà di Economia dal 2017. Negli anni è stato senior advisor in diversi Ministeri (Economia e Finanza, Affari Esteri, Pubblico Amministrazione, lavoro). Dal 2002 al 2006 e dal 2009 al 2012 è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). Dal 1 gennaio 2010 al 15 marzo 2016 è stato Presidente della Scuola Nazionale di Amministrazione. Il 31 maggio 2018, Tria è stato selezionato come ministro dell’economia e delle finanze.

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Julie Froud

University of Manchester

Professor of Financial Innovation

Julie Froud è membro del gruppo tematico Organizzazioni e società nella divisione Persone, Gestione e Organizzazioni di MBS.

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